La realtà

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Chi si rivolge ad uno psicologo spesso si aspetta una soluzione quasi miracolosa dei suoi problemi: io ti dico cosa mi succede e tu mi devi dire cosa devo fare perché le cose cambino. Quando ci si accorge che non funziona quasi mai, scaturisce cocente la delusione e abbandonare il percorso proposto dal professionista diventa la logica conseguenza.

Se i problemi avessero una soluzione unica, sarebbe così semplice scrivere un “libro degli appianamenti”! Ma se i modi per sciogliere i nodi interiori sono quasi infiniti (tanti quante sono le persone in difficoltà), altrettanto non si può dire per ciò che attiene l’origine dei problemi.

Tutto il male dell’uomo occidentale sta nel suo modo di concepire la realtà. Ormai lunghi anni di esperienza mi portano a questa conclusione.

Tutti noi viviamo una lunga epoca dorata: mai, in passato, avevamo avuto un così lungo periodo di pace, quasi nessuno in questa nazione muore di stenti, la sanità pubblica ha raggiunto un livello, in genere, molto alto e i servizi sociali in gran parte funzionano. Eppure, mai come adesso si assiste al diffondersi di incertezza e pessimismo. Viviamo più a lungo (e questo dovrebbe renderci più felici) ma viviamo peggio! Il costante aumento di consumo degli psicofarmaci – in particolare ansiolitici – lo testimonia. Perché l’ansia, cioè l’incertezza circa il futuro, è così di moda?

“Nulla esiste al mondo che prima non sia stato pensato!” E’ un’affermazione forte? Indubbiamente…

Ma fondata.

E credo che vada interpretata: ognuno spiega gli eventi a proprio modo. Letteralmente noi rappresentiamo la realtà piuttosto che osservarla. E’ quello che la scuola di Palo Alto chiama “l’immagine del mondo”. Nessuno di noi “possiede” la realtà, ma tutti ci comportiamo come se invece ne fossimo i depositari. Abbiamo una limitata possibilità di intervenire sulle cose del mondo. Ma quello che possiamo sicuramente fare è cambiare la nostra idea del mondo. Tutti noi viviamo in un “come se…” e non c’è nessuna ragione per non cambiare il proprio “come se” quando questo è inutile se non dannoso.

Il problema consiste nella “profondità” in cui risiede il nostro come se: fosse un parto della volontà o della coscienza, nessun problema… Il dramma consiste nel fatto che si tratta di immagini e conclusioni tratte dalle esperienze emozionali più antiche e profonde; e quindi quasi indistinguibili da strutture genetiche e ricordi ancestrali.

Imparare a distinguere sè stessi dalle proprie convinzioni è dunque la vera sfida. Un’avventura piena di incertezze ma davvero emozionante e ricca di scoperte meravigliose!

 

  1 commento su “La realtà

  1. Stefano
    6 ottobre 2010 at 14:35

    Buon giorno
    Sono un ragazzo di 33 anni sposato da un anno,ho partecipato giovedì 16 settembre all’incontro che ha tenuto a Villa d’solo sulla vita di coppia ed eccomi qua su suo gentile invito a scrivere qualcosa…
    Premetto che concordo pienamente con quanto da lei detto nella serata e scritto su questo sito,non so se faccio parte di quelle persone che generalmente vengono chiamate all’antica….
    Credo di riuscire ad intuire invece che i fatti della mia vita mi hanno allenato (come diceva lei) alla frustrazione…non e’ piacevole da dire perche’ si parla di tante sofferenze pero’ danno la consapevolezza che nel mondo manca il cosidetto “buon senso” e che ci stanno costruendo una realtà che i piu’ non vogliono, obbligandoci a sottostare a delle regole economiche che porteranno allo svuotamento delle identita’,di sentimenti,principi,valori,affetti,diversita’, disgregando la cellula della società=famiglia e riducendoci a miseri individui solitari, utili a raggiungere i loro obiettivi commerciali…globalizzazione e’ solo sinonimo di piu’ potere in mano a pochi…e’ la cultura americana imperante e fallimentare…
    Facendo questo discorso volutamente pessimista e magari provocatorio mi sento dentro ad un minestrone dove chi ci mescola e’ il denaro,…statisticamente sembra sia cosi’ e cio vuol dire che si sta prendendo per buono questo principio…
    Io dico che da sempre e’ stato cosi’ pero’ non credevo che l’evoluzione umana sarebbe riuscita a sviluppare solo l’avidita’ e l’avarizia,rivoltando l’homo simplex in homo economicus,convincendosi che la strada intrapresa é la migliore per risolvere tutto e non vede che ha trascurato l’essere umano nella sua natura profonda con sentimenti,sensazioni,stati d’animo e bisogni primari senza abbinarli a possibili ricavi monetari….
    Sono ottimista sulla mia famiglia,ma le pressioni esterne sono tante e sempre piu’ le scelte vengono dettate “dall’imposto modus vivendi” esterno…difendersi e’ sempre piu’ difficile e insegnare a scegliere ai figli la vedo dura…personalmente non mi cambierei però vivo questa mancanza di rapporti sinceri tra le persone,sensazione condivisa anche da mia moglie…magari capire dove sei ti aiuta a vedere dove devi andare…lo spero..
    Tante cose da dire ci sarebbero,la ringrazio per le occasioni di incontro che sta tenendo e magari al prossimo appuntamento se vorra’ dare una sua opinione su come imparare a difendersi da un tipo di vita un po’ troppo “pilotata” la ascoltero’ volentieri.
    Grazie ancora…
    Stefano

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